venerdì 25 novembre 2011

EstremaMente


Cirri


di Antonella Passoni



Sei dentro il mio cervello, sei comparso nei miei sogni. Sorridi come una ferita aperta/smorfia di dolore, sussurri resta come sei, resta sogno.
Compaio ad un tuo segno, sono un segreto a tua disposizione. Ologramma, energia, destino, poesia.
Mi siedo sopra di te, poi mi dissolvo. Se chiami, ritorno. Trasparente, come un cirro fresco e bianco, accarezzo il tuo sudore sotto la camicia di lino. Con la lingua lavo le tue piaghe dolenti, con la saliva purifico i tagli delle tue mani.
Se vuoi, mangiami, se puoi ,saziati. Siamo senza corpo e le parole diventano carne, sangue, sperma, urina. Quando chiami ci sono, se sei stanco vado via.
Non lascio traccia, nessuno sa, vivo nel tuo cervello. E ti apro, ti bevo, ti nutro

venerdì 1 luglio 2011

Rampa di lancio

di Lù Mancini











Quello che ci rende liberi




Liberi tutti ..almeno per un po’
Perché è arrivata l’estate, le scuole chiudono e archiviati libri e quaderni non dobbiamo più studiare ..sensazione di libertà e di leggerezza , sensazione unica e così lontana che mi riporta ai tempi della scuola quando, finito l’anno scolastico, avevo tutta l’estate davanti per fare quello che volevo.
Mai più ho provato una sensazione così piena e irrefrenabile come quella della fine della scuola. Negli anni successivi l’università prima e il lavoro poi hanno reso sempre più breve e sempre meno intensa quella piacevole sensazione di libertà. Alla fine non concludevo granché in quelle lunghe estati calde, leggevo molto e pensavo alla mia vita, a volte sognavo, ma quella sensazione di leggerezza estiva era così gradevole e piena che mi capita spesso di ripensarvi e di rimpiangerla.
Ma cos’è che davvero ci rende liberi?

giovedì 23 giugno 2011

Senza filtro

di Simona Betti











Effetto Dio.


Quale memoria ci evoca l’espressione ”un raggio di sole”? Ricordiamo il piacevolissimo fastidio di quanto ci colpisce inaspettatamente, magari in pieno volto; così luminoso da farci chiudere istintivamente gli occhi. Ricordiamo il calore che irradia sulla pelle e la sensazione di benessere che ci regala, soprattutto se giunge dopo una lunga serie di giornate fredde e buie.

E’ un’esperienza sensoriale quasi completa: ha persino un buon profumo.
Inoltre ha un impatto emotivo importante; qualsiasi cosa illuminata dal sole ha un aspetto migliore. Anche le persone.
Al sole è collegato, in questo senso, un immaginario eterogeneo ma immediato, poiché, in ultima analisi, il suo fulgore è metafora suprema di vita.
Dal punto di vista religioso, ancora, la luce è un simbolo divino, che palesa inequivocabilmente la presenza dell’Altissimo. E la sua benevolenza verso gli individui che essa illumina.

lunedì 20 giugno 2011

Lugano sola andata

di Elena Banfi

Aspettando un raggio di sole



C’è un luogo a Lugano dove il tempo sembra essersi fermato. Un antico caffè dalle grandi vetrate da cui non si vede il lago ma lo si percepisce. E´ nell’aria umida e profumata, nelle voci sommesse e nei colori in cui nulla stride. Da questo luogo, straordinario punto di osservazione, scrivo: é uno spaccato di mondo che é quasi impossibile cogliere fuori, quello che ho sotto gli occhi. Vecchie dame e signori eleganti, Danke, Bitte, Aurevoir. E pure i bambini qui diventano tranquilli, come per magia.
Il mio vicino dai candidi capelli e dall’aspetto austero, legge assorto la Frankfurter Allgemeine, due innamorati si guardano negli occhi scambiandosi mille promesse mentre più in là un gruppetto di amiche ciarliere si abbandona ai ricordi davanti ad una cioccolata invitante.
In questo luogo dove ogni frase è poco più che un sussurro, il tintinnio dell’argenteria scandisce il tempo, dal breakfast all’english tea, servito nella stagione fredda nell’accogliente giardino d’inverno dove troneggia imponente un samovar.
Nulla potrebbe turbare l’apparente serenità che regna sovrana.

venerdì 17 giugno 2011

L'estasi dell'artista

di Marika Nesi

La pioggia eterna

“Non può piovere per sempre”. Continuavo a portare indietro il vecchio nastro (ero una delle poche a possedere ancora un videoregistratore!), osservando indolente Brandon Lee che, con voce profonda e sguardo immenso, meditava rivalsa contro un destino cruento.
Che non potesse piovere per sempre lo speravo anch'io, negli sprazzi di ottimismo, durante quel giugno immancabilmente piovoso. E tuttavia, il mal de vivre aveva ineluttabilmente la meglio; e la pioggia non accennava a cessare.
L'aria umidiccia attaccava il lerciume dello smog ai vetri delle finestre, creando una coltre che mi impediva di guardare cosa ci fosse, oltre quei vetri; tuttavia, tutto sommato, non ero certa di voler sapere cosa ci fosse là fuori: immaginavo solo che il tempo fosse meno dilatato; e che, se fossi stata in grado di raggiungerlo, avremmo volteggiato assieme, fra le nuvole gonfie d'acqua.
Pallina miagolò severa, conficcandomi addosso i suoi occhi grandi. e fissando il plaid marrone, che mi proteggeva dalla vita. Non aveva cibo ormai da giorni, e tuttavia non provvedevo certo al suo sostentamento, incapace com’ero di trascinarmi al di là del mio angolo, se non per una Marlboro o qualche fazzoletto.

lunedì 13 giugno 2011

La parola passione

di Magda de Luca

"Nothing lasts forever..."


Bea vaga senza metà per le stradine della città che l’ha accolta nel suo ventre materno otto anni fa. Osserva ogni dettaglio con estrema attenzione, come se vedesse quegli scorci
familiari per la prima volta. E’ uno dei primi giorni di giugno, prologo di un’estate alquanto anomala, caratterizzata da pioggia discontinua e leggera brezza novembrina.
Continua a camminare imperterrita, anche con le scarpe di tela leggera inzuppate di acqua. Si scopre stranamente in pace con tutto ciò che la circonda, senza però prendere coscienza di quello che accade intorno a lei. Come racchiusa in una bolla d’aria che rimbalza docile sul terreno bagnato. I rumori esterni non riescono a penetrare il suo rifugio, gli unici suoni provengono dalle note della canzone che sta ascoltando con l’ipod.


...‘Sometime I need some time on my own, sometime I need some time all alone’...

venerdì 10 giugno 2011

Mai innamorarsi del proprio testo

di Barbara Pirini

Un raggio su carta




Tanti anni fa mi scrivesti una mail:
“Sei la luce del sole che mi acceca la mente, il raggio che ha illuminato il mio buio.”
Ho stampato la frase su un foglio di carta bianca , tagliata accuratamente e posta, con un po’ di colla, sulla cornice dello schermo del pc a lavoro.
E’ lì, davanti ai miei occhi, la leggo, la leggo e la leggo mentre do’ forma a grafici, previsioni finanziarie e tassi di interesse.
Piove, nevica , grandina, passano le ore, le giornate, i mesi. L’ albero che spunta sull’ enorme vetrata dell’ ufficio si spoglia di giallo e si riveste di verde, ripetutamente . Le rondini se ne vanno verso est, per poi tornare nuovamente.

mercoledì 8 giugno 2011

Di mamma (non) ce n'è una sola

di Anna Grazia Giannuzzi 

E' arrivata la mia telefonata!

Per lungo tempo siamo stati inseriti in un elenco, Lista de espera para las familias adoptantes extranjeras.
Poi un giorno abbiamo saltato la graduatoria, che è comunque puramente indicativa, e abbiamo ricevuto la telefonata che ci annunciava l’arrivo delle nostre figlie. Ci sono genitori che vanno in confusione, altri che scoppiano piangere o a ridere, altri che rimangono zitti, leggermente allucinati. Non è facile capire cosa si prova, meno ancora raccontarlo. Ognuno reagisce come sa.
Io ho avuto la sensazione di sentire un click, come di qualcosa che tornasse al suo posto. E mi sembrava di vivere, in un certo senso, una maternità clandestina: nascondevo una pancia da cui non sarebbero nate tre bambine, ma avrei avuto comunque tre figlie. Tra pensiero ed immaginazione mi vedevo mamma. E la cosa che mi incuriosiva di più era arrivare al momento in cui le mie figlie si sarebbero rivolte a me chiamandomi mamma: che cosa si provava? Il mondo si sarebbe fermato per un momento, il cielo si sarebbe oscurato ed il tempo stesso avrebbe rallentato? Beh, anche noi adottivi abbiamo bisogno di sognare. E’ banale? E allora?

lunedì 6 giugno 2011

Il signore in giallo

di Lorenzo Bosi












Un'intuizione


Un raggio di sole che perfora la spessa coltre grigia di un cielo nuvoloso è, senza ombra di dubbio, uno spettacolo emozionante.
Sia nella realtà che in senso figurato è un'immagine confortante e rappresenta qualcosa di positivo. Nel primo caso, ci si aspetta un miglioramento climatico, nel secondo, si prospetta un'evoluzione positiva ad una serie di eventi avversi...forse addirittura, una speranza di futuro migliore.
Per quanto concerne il genere letterario che dovrei trattare nella mia rubrica, IL RAGGIO DI SOLE di solito è la chiave di volta del romanzo, il momento decisivo, il fulcro della storia.
Nei casi di omicidio narrati dalla letteratura "gialla" si parte, solitamente, da una fitta nebulosa di indizi contradditori che mette in seria difficoltà l'investitore chiamato a scovare l'identità del misterioso assassino. E non è finita qui.

domenica 5 giugno 2011

Tea time

di Maria Luisa Pozzi













Sebastiano Vassalli, La notte della cometa, Einaudi

Non un raggio di sole, ma di una cometa.
Sebastiano Vassalli scrive, nella sua biografia di Dino Campana, che ad ogni passaggio della cometa di Halley corrisponde il passaggio di un poeta.
Quindi un poeta ogni 76 anni.
Un poeta che, come Dino Campana, scriva: “Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito, che tutto ci appare ombra di eternità?”
Vassalli cita il pensiero di colui che chiama affettuosamente Dino. “Essere un grande artista non significa nulla. Essere un puro artista ecco ciò che importa.” E poi continua: “Il grande poeta non ha contemporanei sparpagliati in tutte le età, non ha dialogo con chi è passato e con chi deve ancora venire. La sua ombra non è ‘un ombra di eternità’.. E’ uno (….) che diventa grande poeta come un altro diventa direttore della Cassa di Risparmio. (…) ma nel pensiero di Dino c’è un futuro in cui l’umanità avrà finalmente capito che la poesia può giovarle soltanto a una condizione: d’essere fuori dal tempo e dai suoi traffici. Un ponte sull’infinito, un messaggio lasciato a chi non c’è da chi non torna più indietro…”
Queste sono le parole che chiudono il libro.
Illuminanti vero?
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